AEROPORTO | Aeroporto: è arrivato il momento del realismo | | Karin Valenzano Rossi, Capogruppo PLR in Consiglio Comunale Michele Bertini, Vicesindaco di Lugano Adesso è ora di serrare i ranghi e uscire da quella dinamica conflittuale che si protrae ormai da troppo tempo. Tra l’ostinazione di chi si aggrappa a speranze ormai defunte con fantomatici progetti di rilancio e chi fino ad oggi invocava il campo di patate ci sono sempre stati coloro che, anche senza le luci della ribalta, hanno sempre cercato con determinazione soluzioni realistiche, che potessero salvare l’aeroporto. Purtroppo fino ad ora l’ostinazione dei sogni e degli auspici ha avuto la meglio, salvo poi svanire sotto i colpi del risveglio duro di Swiss, che si è lavata le mani della concessione e dell’aeroporto di Lugano. Ma per la verità non senza avvisaglie. Inascoltate. Ora, come allora, la soluzione percorribile rimane solo quella della collaborazione con i privati, poiché non è più giustificabile una continua immissione di denaro pubblico “a perdere”. Non servono commissari o altri super gestori. Serve un Municipio che sappia esercitare il proprio ruolo di proprietario dello scalo e saper prendere il controllo della situazione, convincendo i privati disposti a rilevare l’attività di gestione dello scalo a farsi avanti. Le trattative con i privati con interessi legati all’attività aereoportuale devono finalmente uscire dalla dinamica conflittuale che si protrae ormai da lunghi anni. Un sostegno ad uno scenario condiviso apre la porta a reciproche concessioni, che, se equilibrate, sono nell’interesse di tutti. L’impegno dei privati dovrebbe contemplare i seguenti aspetti: 1) costituzione di una nuova società che possa avere la gestione aeroportuale, senza che sia necessaria una partecipazione dell’ente pubblico, se non estremamente minoritaria; 2) affitto dalla Città delle strutture aeroportuali ad un prezzo simbolico; perché è di interesse pubblico che lo scalo sia operato e non chiuda; 3) totale autonomia gestionale della nuova società nella gestione aeroportuale, che potrebbe anche concentrarsi solo sull’aviazione generale. Gli aspetti che l’ente pubblico deve chiedere ai privati di valutare, poiché di interesse generale sono: 1) una forma di collegamento Lugano-Ginevra (non necessariamente di linea, ci sono possibili forme alternative da valutare), per la quale l’ente pubblico potrebbe partecipare o assumere i costi (si tratterebbe infatti di un costo riconducibile a una forma di trasporto pubblico); 2) una valutazione da parte della nuova società sulla possibilità di impiegare del personale già di LASA che risponda alle esigenze della nuova struttura. Una sorta di preferenza di scelta, laddove vi siano i requisiti e le necessità della società. È evidente che per il personale non ricollocabile è la Città a dover immaginare una soluzione di accompagnamento e non i privati. Purtroppo tutto ciò ha dei tempi, anche se celeri, e LASA non ne ha più. Veder fallire una società partecipata non è opportuno, sarebbero in molti a pensare che in realtà a fallire è l'aeroporto. Se per trovare l’accordo serve evitare questo fallimento, allora che la Città eroghi quanto necessario per sopravvivere almeno fino a lì. Sapremo quindi se l’interesse esiste o se invece il destino è davvero segnato. Noi l'aeroporto lo sosteniamo. Leggi articolo in pdf |