EUROPA | E ora fuori i muscoli nessuna capitolazione | | Corriere del Ticino - Opinione Karin Valenzano Rossi, candidata PLRT al Consiglio nazionale
Abbiamo reagito e ....? Non è crollato il mondo, anzi. Le negoziazioni sono addirittura aumentate. Fenomeno passeggero? Vedremo; ma intanto il giudizio universale non è arrivato. E la Svizzera ha giustamente ricordato di avere una spina dorsale solida. Stiamo parlando della Borsa Svizzera e della contromisura messa in campo dal Consiglio Federale - finalmente! - per rispondere al ricatto europeo della mancata concessione dell’equivalenza borsistica, visto che a Bruxelles ritengono che siano stati fatti insufficienti progressi nell’ambito delle trattative per l’accordo quadro istituzionale. Ohibò. Mi piacerebbe capire con quale legittimità e con quale spirito negoziale, la nostra controparte decide di fare pressioni indebite, sovrapponendo temi che nulla hanno a che vedere con le tematiche in discussione. Gli aspetti bancari/finanziari non sono infatti oggetto degli accordi in discussione. Lo sappiamo, purtroppo sono invece da sempre tra i mezzi di pressione prediletti dall’UE e dai nostri vicini di frontiera per fare pressione. Alla faccia della concorrenza leale tra Stati. Un vero e proprio grimaldello per ingerire nel nostro sistema finanziario, nella speranza, forse recondita (ma nemmeno troppo) di indebolirlo e nel contempo di spuntare concessioni in altri ambiti; dapprima in quello fiscale e ora in quello negoziale. Prima le liste nero/grigie, la minaccia di procedimenti esteri fisco-penali persino in capo a ignari collaboratori del settore finanziario e ora la mancata equivalenza del mercato. Sembra evidente che i nostri interlocutori faticano a comprendere i meccanismi - straordinari per storia, funzionamento ed efficacia - del nostro federalismo e della nostra democrazia. Altrettanto evidente con gli occhi di chi è cresciuto in questa democrazia che le pressioni ricattatorie sono il peggior sistema per costruire quel consenso diffuso, necessario per far accettare al popolo l’esito delle trattative sull’accordo istituzionale e i relativi annessi o ipotizzare collaborazioni in altri settori. Certo non è un buon inizio, che dovrebbe essere improntato perlomeno alla buona fede, soprattutto quando tra le poste in gioco ci sono anche l’accettazione di una ripresa dinamica del diritto comunitario, dell’interpretazione delle norme e il riconoscimento di un’autorità terza sovranazionale per la risoluzione di eventuali conflitti. È questo che dobbiamo aspettarci? Misure di ritorsione ricattatorie ogni volta che avremo delle divergenze e l’UE nessuna pazienza o rispetto del nostro sistema paese? Per fortuna il vento sembra cambiare, è ora che la Svizzera faccia valere le proprie ragioni, con fermezza e se serve facendo vedere persino i muscoli. Nessuna capitolazione. È forse bene ricordare a Bruxelles, che in mezzo alla Svizzera, sull’asse Nord-Sud, c’è anche il massiccio del Gottardo, chissàcosa succederebbe se d’improvviso non si potesse transitare così facilmente e a costo quasi zero? Scarica l'articolo in pdf
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