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Lugano

La pianta e la foresta della città di Lugano

In questo periodo è davvero difficile cercare di rimanere positivi e vedere il famoso bicchiere mezzo pieno. Oltre alla preoccupazione per la salute e il settore sanitario dettata dalla pandemia, non aiutano certamente le continue restrizioni alle libertà individuali e collettive, che sembrano spesso il frutto di iniziative politiche impacciate e raffazzonate, che inseguono speranze di contenimento del virus bilanciate alla salvaguardia degli interessi economici e sociali ma che poi finiscono per fallire entrambi gli obbiettivi, con grande insoddisfazione di tutti, incertezza e rabbia crescente. Quella aggressività esplosiva che ha portato anche ai noti episodi di disobbedienza civica da parte di giovani che, in aperta contestazione – a tratti anche violenta – e in barba alle misure di distanziamento sociale, si sono assembrati alla pensilina generando tafferugli, lasciando una polizia sgomenta tra la consapevolezza della necessità di reprimere comportamenti sopra le righe e quella dell’impotenza di fronte a simili derive.

 

Si fa presto a dire giovani deviati e a rammaricarsi di una gioventù sbandata, facendo di tutta un’erba un fascio e invocando solo misure di repressione. La politica deve senz’altro occuparsi degli aspetti negativi, ma deve anche e soprattutto evidenziare e supportare le dinamiche positive, capaci di innescare a loro volta un flusso di iniziative virtuose. A Lugano ci sono moltissime realtà meritevoli, giovanili ma non solo, che mettono le loro energie al servizio della comunità e che si impegnano in progetti di valore, siano essi sportivi, culturali o a carattere sociale. Persone giovani e meno giovani, al servizio di iniziative lodevoli, che non cercano e non hanno alcuna ribalta mediatica o visibilità e molto meno riconoscimento di quello che meritano. Purtroppo si sa, fa più rumore una pianta che cade di una foresta che cresce. Le associazioni sul territorio, che abbiamo visto attivarsi anche in progetti di solidarietà a supporto delle fasce più deboli della popolazione, sia durante la fase di confinamento sia in questi difficili mesi di pandemia, sono la spina dorsale della nostra società e svolgono un ruolo importantissimo sussidiario a quello dello Stato, che notoriamente non deve e non può arrivare dappertutto.

 

Recentemente il Consiglio comunale di Lugano ha approvato un importante credito d’investimento di oltre 3 milioni di franchi per interventi in quelle che vengono definite le case SPIN, acronimo di Spazi insieme, ossia spazi che possono essere assegnati per utilizzi costanti alle associazioni pur mantenendo un carattere prettamente pubblico. Un bel segnale di sostegno, che spero si traduca in fatti concreti celermente, per poter contribuire al lavoro di queste associazioni. La pandemia ha colpito duramente anche la loro capacità di finanziamento, poiché hanno visto cancellate tutte le manifestazioni e le occasioni di aggregazione in cui, con le attività associative collaterali riescono a raccogliere contributi e finanziamenti vitali. Senz’altro positivo che la Città sia attenta al tema e stia pensando all’allestimento di un fondo specifico per supplire a questi mancati introiti. Potrebbe sembrare un costo aggiuntivo per la Città: in realtà è un investimento prezioso che contiene ulteriori costi per le attività prese invece a carico in modo lodevole dalle associazioni.

 

Confido che questo fondo diventi realtà in fretta e i soldi messi a disposizione per contribuire concretamente alla sopravvivenza e al supporto di chi si mette a disposizione degli altri con il solo fine di fare del bene, cosicché la foresta che cresce abbia sempre più forza del rumore della pianta che cade.

 

Articolo pubblicato su Corriere del Ticino il 23.12.2020

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Karin Valenzano Rossi
Municipale Città di Lugano

Karin Valenzano Rossi - Candidata per il Consiglio nazionale

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