Liberal, voce indipendente del pensiero liberale radicale Lugano Karin Valenzano Rossi candidata al Consiglio nazionale Come vede oggi il nostro paese nel contesto geopolitico mondiale e quale ruolo può avere nei prossimi anni? La stabilità politica, la capacità d’innovazione, il sistema di formazione duale e la collaborazione fra settore pubblico e privato sono i punti di forza, su cui il nostro paese deve puntare anche in futuro per mantenere la prosperità in un contesto geopoliltico sempre più complesso e conflittuale.
Ci sono alcune sfide comuni a tutti i paesi, come la digitalizzazione, il cambiamento climatico e la gestione dei flussi migratori. Il nostro paese deve poter continuare a far sentire la sua voce su questi temi forte della sua reputazione di paese neutrale e della sua capacità di mediazione. La nostra politica federale deve prendere maggiormente sul serio le inquietudini della popolazione soprattutto nelle regioni di frontiera, come il Ticino, e avviare un dibattito senza preconcetti sul futuro delle relazioni fra il nostro paese e l’Unione Europea. Cosa pensa di AlpTransit e della sua evoluzione nei prossimi anni? È un’opera eccezionale e indispensabile per il trasferimento del traffico delle merci e dei passaggeri dalla strada alla ferrovia. La Svizzera ha investito 23,5 miliardi di franchi nella costruzione delle gallerie di base del Lötschberg, del Gottardo e del Ceneri. L’apertura del tunnel di base del Ceneri sarà la ciliegina sulla torta di questa nuova era della mobilità che avvicinerà il Sopraceneri al Sottoceneri. Non possiamo fermarci a Lugano, però. È assolutamente necessario completare Alptransit a Sud di Lugano per sfruttare in modo completo le potenzialità del trasporto ferroviario. È necessario inoltre migliorare l’attrattività e l’offerta dei trasporti pubblici, dando prova di creatività, come il bus su chiamata, il cosiddetto Buxi, che verrà introdotto a Lugano, senza tuttavia criminalizzare la mobilità privata su strada.
Libera circolazione sì, libera circolazione no? È un tema decisivo per il mantenimento degli accordi bilaterali con l’Unione Europea. Nel 2020 voteremo sull’iniziativa per la limitazione, che mira ad abolire la libera circolazione delle persone. Se cade l’accordo di libera circolazione, cadono anche altri accordi bilaterali, come l’accordo sui trasporti, l’accordo sull’agricoltura e l’accordo per eliminare gli ostacoli tecnici al commercio. Per evitare questo scenario di crisi dobbiamo affrontare il dilemma della libera circolazione delle persone senza preconcetti. Libera circolazione sì, ma a condizione di rendere più incisive le misure di protezione dei salari e correggere le distorsioni nelle zone di frontiera. Libera circolazione sì, ma a condizione di ridurre la pressione sul mercato del lavoro attraverso la conclusione del nuovo accordo sull’imposizione dei frontalieri. Libera circolazione sì, ma a condizione di garantire rapporti davvero equi ed equilibrati. Quali sono le motivazioni che l’hanno portata a candidarsi e quali sono i temi a lei più cari a livello federale? Perché dovremmo votarla? È una passione che viene da lontano. È stata in particolare la mia nonna materna a trasmettermi la passione per la politica attraverso la sua marcata coscienza civica e il sentimento di orgoglio di questa nazione così speciale. La mia esperienza professionale mi ha portato negli anni a confrontarmi sempre più con le altre regioni della Svizzera e a collaborare per trovare soluzioni costruttive fra persone con mentalità completamente diverse. Sono determinata a portare a Berna questa esperienza in campo economico, giuridico, aziendale e politico su temi importanti come le relazioni con l’Europa, l’economia e le pensioni.
Dobbiamo avere il coraggio di affrontare anche temi scomodi. Puntare sulla formazione, sulla conoscenza delle lingue e sulla flessibilità per rimanere competitivi sul mercato del lavoro. Sostenere l’occupazione dei lavoratori oltre cinquant’anni, che hanno competenze ed esperienza da trasmettere ai giovani lavoratori, con cui collaborare. Ridurre il costo per le aziende, riducendo i contributi per la cassa pensione di questi lavoratori è una misura concreta che merita di essere approfondita.
Chi è il suo modello politico di riferimento? Chi l'ha ispirata/o negli anni? Sono i valori di libertà, responsabilità e coesione a ispirare la mia attività politica. Mi ispirano le persone che danno prova di coraggio e lottano fino in fondo per le loro idee.
Cosa le piace di più della Svizzera e cosa di meno? Trovo straordinaria la capacità del nostro paese di far convivere insieme con orgoglio persone di lingua e cultura completamente diverse. Mi piace molto anche il nostro modo di essere, la nostra modestia, la nostra capacità di tenere un profilo basso, pur essendo in cima alla classifica mondiale dell’innovazione in un mondo estremamente competitivo. Quello che mi preoccupa e mi piace sempre meno, è a livello svizzero, la „sindrome da primo della classe“ o „swiss finish“ che ci spinge spesso a misure sfavorevoli per il Paese e in Ticino la tendenza alla lamentela distruttiva. Il suo piatto tipico preferito? Le costine. Appena mi è possibile scappo al Grotto per una scorpacciata. Qual è il libro che vorrebbe sul comodino? C’è un libro sul mio comodino: “Forse mi uccideranno domani” di Ingrid Betancourt, che racconta la sua lotta, a costo di grandi sacrifici personali, contro un mondo politico corrotto e per la democrazia in Colombia. Me ne aveva parlato la mia insegnante di spagnolo colombiana. Il destino ha voluto che mi venisse fatto dono da una persona a me cara un paio di anni fa. Lo rileggo spesso. Mi dà forza e coraggio.
Si descriva con tre aggettivi. Solare, determinata, coraggiosa. Le regalano la lampada di Aladino: i primi 3 desideri che le vengono in mente? Meno autoflagellazione, più tolleranza, più coraggio di rischiare per un Ticino virtuoso. |